
Proiettarsi nella modernità fiancheggiando il percorso del mare. Tenendo ben salde le antiche radici tra pietre che parlano di storia e mirano a distanza i tesori di Ortigia.

E’ questa l’essenza da cogliere in pieno con l’esperienza da vivere attraverso la Pista Ciclabile “Rossana Maiorca” di Siracusa. Un humus tra antico e moderno che sfocia in assoluta contemporaneità artistica e si sviluppa attraverso un percorso che dal Monumento ai Caduti giunge alla periferia di Siracusa, nelle zone di Grottasanta e Mazzarrona.
PARCO1 è di fatto un parco urbano di sculture innovative realizzate grazie al progetto “Re-Building the Future- Spunti d’arte contemporanea per trapassare il futuro”.

Si tratta di un progetto interamente finanziato con fondi della Comunità Europea.
Va precisato che tali sovvenzioni sono esclusivamente mirate al sostegno di simili iniziative come da protocollo europeo. Impossibile dunque inquadrare, nell’ambito di questo investimento, qualsiasi altra cosa che non si renda affine alla stessa dal punto di vista culturale. Da ciò’ ne ha ricavato benefici la Latomia dei Cappuccini grazie alla riapertura del Teatro di verdura. Con altre iniziative collaterali.

Il tutto è stato poi diretto dall’assessorato alle Politiche culturali di Siracusa grazie al supporto di Marco Pierini in qualità di direttore artistico e già responsabile della Galleria nazionale dell’Umbria.
La realizzazione di questo progetto è un occasione importante che attribuisce alla cultura ed in particolare all’arte contemporanea un ruolo fondamentale in fatto di crescita sociale e riqualificazione dei luoghi
I dieci artisti protagonisti di questo percorso hanno voluto lanciare attraverso le proprie opere una sorta di filtro capace di leggere la visione futura di Siracusa .

Una visione futuristica capace di trasformare un’identità statica in un processo dinamico che tutti siracusani sono chiamati a costruire giorno dopo giorno.
Parc01 diventa così simbolo innovativo di una città che ha già radici consolidate in un patrimonio culturale unico al mondo.

Una città che decide di investire sul contemporaneo e liberare energie e potenzialità non ancora espresse fino in fondo.
Ma vediamo nella fattispecie chi sono gli artisti coinvolti.
E’ Adalberto Mecarelli ad inaugurare il percorso all’altezza del Monumento ai Caduti con un’interpretazione di “Stomachion”: il celebre gioco matematico di Archimede nel quale 14 figure geometriche si possono disporre in 17.152 modi diversi per costruire un quadrato.

A seguire Federico Gori con “Ogni muro è una porta”:l’installazione di due muri a secco , che rievocano l’antica cinta greca, affiancati e separati solo da una fessura larga 60 centimetri. Lo spazio sufficiente perché una persona possa passare.
Davide Bramante con “Not Cages, Cages” che si ispira , con un grande segnale di familiarità, al concetto di accoglienza nei riguardi dei tanti migranti che giungono sulle nostre coste.
Helena Hladilova e Namal Siedlecki con “Round”: omaggio ai materiali nobili e tradizionali della scultura, quali la pietra e il bronzo.

Vittorio Corsini che con “Harmony” ha riplasmato la panchina in marmo bianco utilizzata dal Poggi in piazzale Michelangelo a Firenze. Configurazione dei rapporti sociali in un contesto aperto quale il paesaggio marino.
Ignazio Mortellaro con “Overturning Moment” che ha messo in piedi un muro con delle superfici d’acciaio specchiante. Riuscendo così a far riflettere da un lato il panorama verso la marina, dall’altro le case del quartiere lungo la pista ciclabile.
James Harris con “Never Give Up”. Una testa umana dalle fattezze classicheggianti intagliata su un blocco di bianco Carrara, al cui interno cresce una pianta d’agave in grado di resistere a vento, calore e siccità.
Moira Ricci con “Tornerai alla terra”. Un soldato armato in posizione inusuale rispetto ai classici uomini da plotone perché fugge verso il mare dalla follia della guerra.

Michelangelo Spanghero con “Echea Aeolica”. Versione monumentale in vetroresina di un antico strumento di amplificazione da teatro nell’antica Grecia, in grado di rimandare il soffio del vento.Chiaro il riferimento alla zona della Neapolis con l’Orecchio di Dionisio.
Il percorso si conclude ancora una volta in chiave archimedea con “Delo” di Francesco Carone. Un triangolo equilatero in granito nero, sollevato da una pinna da sub in bronzo, si ricollega all’isola di Delo. L’isola greca dove ebbero i natali Apollo e Artemide: il dio della luce solare e la dea della luna.
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